Terramara 1991/2013
Danza al ridotto

Terramara 1991/2013

coreografia di Michele Abbondanza

coreografia Michele Abbondanza
con Eleonora Chiocchini e Francesco Pacelli
cura del riallestimento Antonella Bertoni
musiche J.S. Bach, G. Yared, S. Borè e musiche della tradizione popolari

Riallestimento nell’ambito del progetto RIC.CI / Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ‘80 / ‘90
ideazione e direzione artistica Marinella Guatterini
assistente alla direzione Myriam Dolce

Spettacoli

sabato 25 gennaio, 20:45Sala Maggiore

L’incontro di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni a Parigi nel 1988 segna l’inizio di una collaborazione artistica che porta alla fondazione della Compagnia Abbondanza Bertoni. Abbondanza, dopo la formazione newyorkese con Carolyn Carlson, è tra i promotori di una delle esperienze fondamentali per la coreografia italiana, la fondazione nel 1984 della compagnia Sosta Palmizi.In questi anni il danzatore-coreografo si fa notare da pubblico e critica, ma è nell’incontro a Parigi con Antonella Bertoni che prende vita una delle compagnie italiane che hanno saputo realizzare spettacoli per un pubblico estremamente allargato, giungendo a vincere con Romanzo d’infanzia il Premio ETI/ Stregagatto 97/98. Il loro primo spettacolo come coppia artistica e di vita nasce nel 1991: "Terramara".

Così lo descrive Francesca Pedroni: «Una storia d’amore danzata come impegno quotidiano comune, un sentimento da giocarsi non solo nel tempo segreto degli amanti, ma nel tempo comunitario del lavoro. Tra gerle piene di arance da svuotare e riempire, fascine di paglia da spostare, assolati campi immaginari da percorrere durante i mesi del raccolto. Una danza di sguardi, prese e contatti, in cui la “terramara” del titolo (dal latino “terra mala”, ovvero depositi a cumulo di terra grassa e nerastra, costituito dagli avanzi di vaste stazioni preistoriche) crea l’immagine di una secolare stratificazione di quella natura creatrice (le centinaia di arance rovesciate in scena) da cui anche noi deriviamo e a cui torneremo».

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