Nuove proposte al Teatro Comunale di Vicenza: al via l'esperienza delle Residenze Artistiche

La prima di teatro-danza porta in scena “Oh, Carrot!”, al Ridotto giovedì 29 settembre alle 20.45

L’iniziativa delle residenze artistiche, pratica diffusa nei maggiori teatri e centri culturali a livello internazionale, offre ai giovani artisti la possibilità di sperimentare e realizzare le loro idee produttive e al contempo, al teatro che li ospita, di vivere a pieno ritmo la sua funzione di centro attivo di produzione e cultura, partecipando al momento dell’atto artistico. Questa importante esperienza di sostegno alla creatività e promozione della funzione sociale dello spettacolo, viene realizzata per la prima volta al Teatro Comunale di Vicenza, nell’ambito della nuova stagione artistica 2011/2012; le residenze ospitate e sostenute Fondazione sono realizzate in collaborazione con Arteven e la Regione del Veneto.
La prima è un’esperienza di teatro-danza, affidata a Margherita Pirotto, danzautrice padovana, collaboratrice in veste di performer con musicisti e artisti visivi e audiovisivi nazionali e internazionali, che, con Aleph Company, porterà in scena giovedì 29 settembre alle ore 20.45, negli spazi del Ridotto, la nuova produzione “Oh, Carrot!”. Dopo una quindicina di giorni di prove all’interno del Teatro, i giovani autori (lo spettacolo nasce da un’idea della Pirotto e di Gabriele Bajo, che con lei interpreta la nuova creazione) offriranno al pubblico vicentino – in anteprima e gratuitamente – il confronto con la loro idea di spettacolo. “Oh Carrot!” è la prima creazione della compagnia Aleph Company, sostenuta dalla Fondazione Teatro Comunale di Vicenza e da Nu.D.I. - Nuova Danza Indipendente - direzione artistica di Laura Pulin; la regia dello spettacolo è di Vincenzo Manna, musica ed elaborazione musicali sono di Carlo Carcano, i video di Raffaella Rivi.
Lo spettacolo (il titolo è un vezzeggiativo tra innamorati) si propone di indagare l’identità individuale e di coppia in relazione al continuo conflitto tra superficie (esteriorità e ambiente quotidiano), idealità (immagine di sé, pensiero e sogno) e pulsione (emozione, istintività, inclinazioni profonde) alla ricerca del linguaggio scenico più adatto a rappresentarle. In atmosfere sfaccettate e in continua mutazione si consuma così la storia d'amore tra Jeanne e Paul (Pirotto e Bajo), personaggi che attraversano le fasi della loro relazione con leggerezza e drammaticità, attori e spettatori di loro stessi.