giovedì 10 ottobre, 16:15 | Teatro Comunale di Vicenza - Sala del Ridotto |
Mi ricordai che invece il più importante pellegrinaggio tibetano consiste nel compiere un giro intorno al monte Kailash, che per quella cultura è sacro. Kora in tibetano, circumambulazione in italiano: i cristiani piantano croci in cima alle montagne, i buddisti tracciano cerchi ai loro piedi. Trovavo della violenza nel primo gesto, della gentilezza nel secondo; un desiderio di conquista contro uno di comprensione.
Paolo Cognetti, Senza mai arrivare in cima
A Human Song si inserisce in una ricerca rivolta ai temi della spiritualità nell’arte, che qui diventa una performance epica di comunità. Un evento poetico che considera la potenza dei corpi, una marea umana che attraversa l’azione meditativa di camminare e correre insieme, sostenersi, accompagnarsi al suolo, ribellarsi e rialzarsi. La performance si ispira all’azione del girovagare (Gnaskor) nella quale non c’è alcun punto di arrivo. Mentre l’Occidente sembra mirare al raggiungimento di una vetta, la cultura tibetana si concentra sulla tematica della ciclicità: se da un lato si scalano montagne e si conquistano traguardi, dall’altro si percorre un cammino in cui si tracciano cerchi restando alla base, nelle valli.
La performance si fonda su un unico movimento spaziale, un’onda umana che si muove da un lato all’altro della scena, per poi ricominciare, in una ciclicità individuale e collettiva. Lo spettacolo prevede il coinvolgimento di 30-50 cittadin* di diverse età, culture e appartenenze, riuniti negli spazi sociali, politici e artistici del territorio. A seconda del contesto si può tradurre in un evento di durata in uno luogo pubblico o in un ambito teatrale. Attraverso uno score coreografico artisti e comunità locali si incontrano con il fine di condividere percorsi di creazione collettiva.
Una performance per esplicitare l’esigenza di cambiamento che ogni essere umano porta con sé, e si prefigge di attivare processi di generazione di comunità temporanee, di cura e di inclusione.
Chiara Frigo, coreografa e performer, co-direttrice di Zebra Cultural Zoo, sviluppa il proprio interesse artistico nell’ambito della danza e delle arti performative. Laureata in biologia molecolare, la sua ricerca si basa agli esordi sui temi di arte e scienza. La sua poetica si trasforma nel tempo, in dialogo con ciò che la circonda, andando ad esplorare diversi linguaggi e nuove comunità di riferimento. Ha partecipato a progetti internazionali di ricerca coreografica quali Choreoroam (T, NL, ES, HR, DK, UK ), Triptyc (IT, CAN), Act Your Age (IT, NL, CY), Choreographic Connects (IT, IE, F).
Il desiderio di raggiungere nuovi pubblici e coinvolgere il territorio porta all’ideazione di Ballroom, un progetto intergenerazionali presentato in numerosi festival europei. Attualmente è coinvolta in Blackbird, un progetto di creazione collettiva, e di Miss Lala al Circo Fernando, ideata per Marigia Maggipinto, storica interprete di Pina Bausch, un’opera di rievocazione degli archivi artistici e personali.
ideazione di | Chiara Frigo |
cura del progetto | Maru Rivas |
consulenza drammaturgica | Riccardo de Torrebruna |
mentoring | Monica Gillette |
produzione | Zebra Cultural Zoo |
Durata: 15 minuti