SENSO "avevo sposato il mare... avevo bisogno... di amare"
Prosa al ridotto

SENSO "avevo sposato il mare... avevo bisogno... di amare"

dalla novella di Camillo Boito
lettura scenica con Monica Guerritore
e Antonio Ballista al pianoforte

dalla novella di Camillo Boito
lettura scenica con Monica Guerritore
e Antonio Ballista al pianoforte
musiche di Grieg, Puccini, Wagner, Granados, Strauss, Godowsky, Scrjabin, Albéniz, Chopin, Schumann, Liszt
progetto e drammaturgia di Giacomo Bottino
coproduzione Parmaconcerti – La Terza Isola

Spettacoli

giovedì 9 febbraio, 20:45Sala del Ridotto

Considerato tra i racconti più intensi e suggestivi dell’Ottocento italiano, Senso, edito nel 1883, deve la sua notorietà al mitico film di Luchino Visconti del 1954. Per come venne concepito e scritto – un monologo ad alta temperatura drammatica e con risvolti ed effetti sorprendenti – sembra già di per sé destinato alla scena: una donna (la contessa Livia Serpieri) si confessa senza veli, con un autocompiacimento cinico e crudele, appena attenuato dall’espediente narrativo del diario.
Ripercorre così la sua giovanile passione amorosa, totale e devastante, per un tenente austriaco (il bellissimo e vile Remigio Ruz) con un piglio da batticuore, una sincerità così esibita ed estrema da sconfinare talvolta nel masochismo. Una rappresentazione moderna e spregiudicata della femminilità, che ha pochissimi paragoni nell’Italia letteraria di quel tempo.
Il Risorgimento sta sullo sfondo; in primo piano non vi sono le congiunture e gli ideali politici dell’epoca, ma i sentimenti disperati di un’anima inquieta, sconvolta da un amore fatale. Tuttavia, il ritratto che ne vien fuori non è di una donna. pre-dannunziana: non è una divoratrice di uomini, ma semmai una creatura sperduta nel labirinto psicologico dell’erotismo.
La novella di Boito ha il dono di un’originalità che, a più di un secolo dalla sua pubblicazione, si mantiene intatta, anche per il paesaggio in cui si svolge: fra Trento, Venezia e Verona, in pieno Impero asburgico, tanto da sembrare un scheggia di Mitteleuropa piantata nel cuore del romanticismo italiano.

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