Accabadora
Prosa al ridotto

Accabadora

con Monica Piseddu
Prima regionale

drammaturgia Carlotta Corradi
regia Veronica Cruciani
con Monica Piseddu
scene e costumi Barbara Bessi
luci Gianni Staropoli
produzione Compagnia Veronica Cruciani, Teatro Donizetti di Bergamo, CrAnPi

Incontro a teatro

Ore 19:30. Condotto da Nicoletta Martelletto - “Il Giornale di Vicenza”.

Spettacoli

venerdì 9 marzo, 20:45Sala del Ridotto

“Accabadora”, pubblicato nel 2009 da Einaudi e vincitore del Premio Campiello 2010, è il più bel romanzo di Michela Murgia, nonché uno dei libri più letti in Italia negli ultimi anni. La Murgia racconta una storia ambientata in un paesino immaginario della Sardegna, dove Maria, all’età di sei anni, viene data a fill’e anima a Bonaria Urrai, una sarta che vive sola e che all’occasione fa l’accabadora. La parola, di tradizione sarda, prende la radice dallo spagnolo acabar che significa finire, uccidere; Bonaria Urrai aiuta le persone in fin di vita a morire. Maria cresce nell’ammirazione di questa nuova madre, più colta e più attenta della precedente, fino al giorno in cui scopre la sua vera natura. È allora che fugge nel continente per cambiare vita e dimenticare il passato, ma pochi anni dopo torna sul letto di morte della Tzia.

“Accabadora” è una storia d’amore. In questo caso, tra una figlia e una madre. In questo caso, non la madre naturale. Ma l’altra madre. I due grandi temi che oggi chiameremmo dell’eutanasia e della maternità surrogata, nel testo teatrale come nel romanzo, creano un ambito di riflessione ma non sono mai centrali quanto l’amore e la crescita. Crescita sempre e inevitabilmente legata al rapporto con la propria madre, naturale, adottiva o acquisita che sia.

Carlotta Corradi

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