Delfi cantata

Moni Ovadia | Studio Azzurro
NUOVO ALLESTIMENTO PER IL TEATRO OLIMPICO

CONVERSAZIONI 2016: GLI INCONTRI CON GLI AUTORI

sab 8 ottobre ore 17:30 > Odeo del Teatro Olimpico
Perfino le statue sono stufe
Conversazione con Moni Ovadia e Andrea Porcheddu

**Ingresso libero, fino ad esaurimento posti**

DELFI CANTATA

NUOVO ALLESTIMENTO


a cura di Moni Ovadia e Studio Azzurro
daI poema di Yiannis Ritsos
traduzione Nicola Crocetti
musica Piero Milesi
intereventi coreografici Ariella Vidach
 
commissionato da Conversazioni 2016 Teatro Olimpico di Vicenza e Change Performing Arts
direzione artistica Fabio Cirifino, Laura Marcolini
fotografia Fabio Cirifino Montaggio
video Alberto Danelli, Silvia Pellizzari
postproduzione Emiliano Neroni
software e interaction design Federica Rebaudengo
suono Gioele Cortese
danzatori Silvia Bastianelli (in video), Andrea Dionisi, Francesca Linnea Ugolini

durata: 70 minuti circa

Spettacoli

sabato 8 ottobre, 20:30Teatro Olimpico di Vicenza
domenica 9 ottobre, 18:00Teatro Olimpico di Vicenza

Il poema Δέλφι (Delfi) fa parte della raccolta τέταρτη διάσταση (Quarta dimensione) e appartiene alla stagione più matura e più poeticamente compiuta della produzione di Yannis Ritsos. Il personaggio a cui il poeta dà voce è un vecchio e spossato custode delle rovine del sito archeologico di Delfi che parla e urla la sua visione del mondo a un interlocutore muto. L’ interlocutore senza voce, che non parla e sembra ascoltare distrattamente, è giovane, sfrontato, bello, bello anche perché non ancora gravato dallo scorrere del tempo, da esperienze e da sconfitte; appartiene a un futuro indifferente ai sentimenti del suo anziano compagno. Il vecchio custode-cicerone delle rovine di Delfi sembra lanciare inutilmente il suo grido lancinante: è sfinito dalla routine del suo lavoro, dalla vacuità delle sue parole che suonano prive di senso nella volgare distrazione dei suoi interlocutori, i turisti, a cui parla ma che non lo ascoltano, a cui mostra senza che vedano. La sua smisurata stanchezza riflette l’estenuarsi della bellezza di un leggendario passato; le statue e gli edifici antichi sono spossessati del loro splendore nella banalità consumatrice del mortificante sguardo turistico che si ottunde nella ripetizione meccanica di scatti fotografici brutti e inutili. Il mutante turistico dell’uomo non vede, non ascolta, non partecipa. Le statue invece, nel loro indifeso biancore, vedono, ascoltano, sentono, capiscono, sono lungimiranti, conservano la memoria straziante, come quella di un esilio forzato.

Moni Ovadia

Moni Ovadia nasce in Bulgaria nel 1946 da una famiglia ebraico-sefardita. Laureato in scienze politiche, inizia la sua carriera artistica come ricercatore e interprete di musica etnica di vari paesi. Nel 1984 sia avvicina al teatro, prima in collaborazione con artisti come Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti, quindi via via proponendosi come ideatore, regista, attore e capocomico di un “teatro musicale” assolutamente peculiare, in cui le precedenti esperienze si combinano con la sua vena di grande intrattenitore, oratore e umorista. Filo conduttore dei suoi spettacoli è la tradizione composita e sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” del popolo ebraico, di cui si sente figlio e rappresentante.

Studio Azzurro viene costituito nei primi anni ‘80 da Fabio Cirifino, Paolo Rosa e Leonardo Sangiorgi. Il gruppo dà vita a un’esperienza che nel corso degli anni esplora le possibilità poetiche ed espressive delle nuove culture tecnologiche. Attraverso la realizzazione di videoambienti sensibili e interattivi, percorsi museali, performance teatrali e film, disegnano un itinerario artistico trasversale alle tradizionali discipline e formano un team di lavoro aperto a differenti contributi e importanti collaborazioni.

Ariella Vidach- Aiep
, associazione culturale e compagnia di danza fondata nel 1996 dalla coreografa Ariella Vidach e dal videoartista Claudio Prati, ha fatto delle nuove tecnologie un punto di ricerca espressiva attenta all’innovazione del linguaggio e centrata su contenuti quali la percezione del corpo nei confronti dell’ambiente virtuale. Oltre alla produzione di spettacoli, l’associazione sostiene, con iniziative come festival e residenze produttive per giovani autori, un importante ruolo di diffusione delle conoscenze sulle tecnologie interattive applicate all’arte performativa.

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