produzione E / Gruppo Nanou
coreografia Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci
con Carolina Amoretti, Sissj Bassani, Marta Bellu, Rhuena Bracci, Enrica Linlaud, Marco Maretti, Rachele Montis, Davide Tagliavini
suono Roberto Rettura
light design Fabio Sajiz
produzione E / gruppo nanou, Ravenna Festival
con il sostegno di L’Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, Cantieri, Centrale Fies, Olinda – Ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini, Santarcangelo dei Teatri
con il contributo di FONDO PER LA DANZA D’AUTORE della Regione Emilia Romagna 2015/2016, MIBACT, Regione Emilia-Romagna Assessorato alla Cultura
Si tratta di un lavoro sperimentale in cui per la prima volta Nanou si confronta con la struttura coreografica dell’ottetto: un perimetro che include otto danzatori, maschi e femmine che, a coppie o tutti insieme o singolarmente, irrompono nello spazio disegnato dai rettangoli bianchi e neri sul pavimento, accompagnati da ripetizione e crescendo del ritmo.
Il titolo della performance “Xebeche” [csebece] è una citazione dal film del cineasta indipendente americano Jim Jarmusch, tratta dal suo “Dead Man” del 1995: Il mio nome è Xebeche “colui che parla ad alta voce senza dire nulla”. Preferisco essere chiamato Nessuno. Nel film il poeta visionario inglese William Blake è accompagnato nel suo percorso spirituale dall'amico indiano Nobody, che prepara il personaggio (interpretato da Johnny Depp) ad affrontare con una nuova coscienza l'inevitabilità della morte.
I riferimenti cinematografici sono spesso presenti nei lavori del Gruppo Nanou: qui, come nella pellicola di Jarmush tutto è in bianco e nero: dal tappeto di danza, una doppia elle, ai costumi in tinta: tutto il resto è pura composizione coreografica, priva di racconto, ma non di espressività o di pensiero, sostenuta dalla musica metallica, cupa, a tratti eccitata, e da luci assai calibrate.
Più ancora che nei lavori precedenti (al Comunale a Vicenza è passata nel 2013 la trilogia del “Progetto Motel) in “Xebeche” si gioca a isolare i corpi nel tempo e nello spazio con la tendenza a creare ambienti attraverso luci e scenografie, per cogliere la pittoricità dell’azione, come quadri in movimento che si incalzano in continuazione.
GRUPPO NANOU
Prende il suo nome da un brano, Nannou, del musicista britannico Aphex Twin, ma anche da un nomignolo dialettale “nanò” o “tesoro”; è nato a Ravenna nel 2004 come luogo di incontro di diversi linguaggi e sensibilità che caratterizzano la ricerca artistica di Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci e Roberto Rettura. In questo contesto corpo, suono e immagine trovano una sintesi nella coreografia, assunta come linguaggio che accomuna le diverse specializzazioni artistiche sulla scena: coreografia dell’immagine, coreografia del suono, coreografia del movimento.