Vicenza Jazz

Trilok Gurtu | Dhafer Youssef & Eivind Aarset

Spettacoli

sabato 18 maggio, 21:00Teatro Comunale di Vicenza - Sala MaggioreAcquista bigliettoAcquista

Trilok Gurtu
Trilok Gurtu (percussioni)

A Trilok Gurtu bastano le tabla per portarvi in giro per il mondo con il suo vorticare di ritmi. Se poi gli concedete un intero set di percussioni, allora vi farà allibire con il suo travolgente virtuosismo.

Nato a Bombay nel 1951, Gurtu ha sviluppato la più incredibile tecnica percussiva e l’ha poi condivisa con artisti di ogni provenienza geografica ed estrazione stilistica. Il suo esuberante colorismo ritmico è un punto di incontro tra cultura orientale e occidentale: la world music pare l’habitat più naturale per il percussionista, che comunque non si tira indietro davanti al jazz, il rock, il pop. Fu John McLaughlin a metterne per primo in risalto il talento. Poi, arrivarono innumerevoli altri artisti desiderosi di incrociare i propri assolo coi beat poliritmici di Gurtu: Don Cherry, Jan Garbarek, Joe Zawinul, Pat Metheny, Dave Holland, Andy Summers dei Police, Larry Coryell, Gilberto Gil, Omara Portuondo, Enrico Rava, Paolo Fresu… Gurtu vanta anche diverse collaborazioni con celebri cantanti italiani: Ivano Fossati, Marina Rei, Gianna Nannini, Adriano Celentano.


Dhafer Youssef & Eivind Aarset
Dhafer Youssef (voce), Eivind Aarset (chitarra)

Dhafer Youssef ed Eivind Aarset portano gli strumenti a corda alle loro estreme conseguenze: il primo introducendo nel mondo della musica creativa e improvvisata contemporanea uno strumento tradizionale come l’oud, il secondo spingendo la chitarra al massimo dell’elettrificazione e dell’effettistica. La storia musicale che li unisce è ormai di lunga data: Aarset compare già come collaboratore di Youssef in uno dei suoi primissimi album, Digital Prophecy (2003). Da allora hanno continuato a suonare assieme sempre più alla pari e soprattutto coinvolgendo altri artisti in combinazioni cangianti (Paolo Fresu, Luca Aquino, Ballaké Sissoko).

Il tunisino Dhafer Youssef, cantante e compositore oltre che virtuoso dell’oud, ha fatto piazza pulita di qualunque categoria estetica abbia mai provato a distinguere la musica occidentale da quella orientale. La sua musica infatti non distingue, anzi, apre varchi, cancella confini, getta ponti che mettono in contatto l’ancestrale e il moderno, l’est e l’ovest, il nord e il sud della musica mediterranea. Vero poliglotta musicale, si muove tra elettronica, world, fusion e jazz. Il cast del suo più recente album (Street of Minarets, 2023) la dice lunga sul livello raggiunto in questo ecumenismo stilistico: i suoi ‘accompagnatori’ sono Herbie Hancock, Marcus Miller, Dave Holland, Nguyên Lê, Ambrose Akinmusire.

Con il suo elettro-jazz affilato come una lama di ghiaccio, il chitarrista norvegese Eivind Aarset è uno dei protagonisti più creativi e interessanti dell’underground scandinavo. La diversità delle fonti di ispirazione di Aarset (Jimi Hendrix, Deep Purple, Santana, Miles Davis, Mahavishnu Orchestra, Terje Rypdal) si riflette nell’altrettanto variegato panorama delle sue collaborazioni: da Ray Charles a Dee Dee Bridgewater, Jan Garbarek, Brian Eno, Bill Laswell, Ute Lemper, Mike Mainieri, Django Bates…

Dopo esperienze anche in campo heavy metal, Aarset verso la metà degli anni Novanta viene coinvolto nel giro di Bugge Wesseltoft, guru della musica improvvisata più alternativa di Oslo. Poi entra in pianta stabile nel gruppo di Nils Petter Molvær. Le sue prove da leader dimostrano come sappia prelevare spunti, ma anche contemporaneamente allontanarsi, sia dal jazz che dal rock. Ritmi ipnotizzanti da club culture, energia e un’aura dark rendono prepotentemente emozionante la sua musica.

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