Voci di tenebra azzurra

Theama Teatro
 

Spettacolo di poesia e teatro

Spettacoli

giovedì 25 ottobre, 20:30Teatro Olimpico di Vicenza
venerdì 26 ottobre, 20:30Teatro Olimpico di Vicenza

Futuro. Splendida parola, in cui si condensano tutte le nostre aspirazioni, speranze e a volte paure. Dall’inizio dei tempi l’uomo desidera ardentemente conoscere quello che avverrà, quando non ne ha così tanta paura da tapparsi occhi e orecchie. In ogni cultura ci si imbatte in figure con il dono della preveggenza, in particolare la mitologia greca è costellata da indovini e vaticinanti i cui nomi sono ormai conosciuti da tutti: Calcante, Tiresia, Manto, Cassandra, che sono entrati a far parte del nostro universo culturale. Nell’antica Grecia se si voleva chiedere un responso o capire il perché di alcuni accadimenti, ci si recava presso il tempio di Apollo a Delfi per consultare l’oracolo. Lì il dio parlava attraverso la voce della sua profetessa, la Pizia, che ispirata dal soffio divino formulava responsi e anticipava i percorsi del fato. Edipo stesso vi si recò per conoscere la verità sulla propria nascita, e la predizione dell’oracolo fu poi confermata dal vecchio indovino cieco Tiresia, il quale però tenne per sé, in un rigoroso riserbo, ogni atrocità profetizzata. La reticenza, infatti, è la caratteristica che contraddistingue tutte le figure profetiche che appartengono al mito, perché il futuro teme di essere svelato e la verità spesso genera orrore. Nel mondo di oggi non vediamo più indovini reticenti anzi, in una società pullulante di falsi profeti che continuano a elucubrare in modo troppo rassicurante o esageratamente catastrofico, è il mondo che non vuole più ascoltare. Questo accade in “Voci di tenebra azzurra”, dove una figura femminile, come una moderna Manto, figlia di Tiresia, o una giovane Pizia di Apollo, ascolta le voci illuminate dei poeti morti e cerca di riportarne le risposte ad un mondo sordo, che velocemente si affretta versa la propria rovina. Edipo non si caverà gli occhi per non saper sostenere la verità, ma resterà una platea libera di serrare le palpebre o di guardare un po’ più lontano con la vista del pensiero.

Le «voci di tenebra azzurra» provengono da La mia sera di Giovanni Pascoli, una poesia che ha la forza di un varco: gli elementi della natura – lampi, stelle, campi, foglie, cielo, bufera, tempesta, rivo, fulmini, nube, rondini – sono apparizioni visive che, con la semplicità del loro affacciarsi nel fraseggio strofico, già sembrano evocare la delicatezza della voce che le nominerà e che così lascerà tralucere un sistema quasi metafisico di attraversamenti. La figura femminile interpretata da Anna Zago dialogherà con tutte queste presenze, invitando lo spettatore ad un ascolto più attento rispetto alla natura e al manifestarsi del suo lamento sonoro, che spesso può trasformarsi in un grido di dolore.

“Voci di tenebra azzurra” è stato messo in scena per la prima volta l’11 dicembre 2014 al Teatro Valdoca di Cesena per la regia di Cesare Ronconi e l’interpretazione di Mariangela Gualtieri. Questo canto poetico delicato, articolato in tre parti (tra la seconda e la terza, una traccia affidata a una voce fuori campo), è un appello alle creature del mondo che tesse una trama di richiami lirici da Pascoli, Dickinson, Rimbaud, Din Rumi, Laforgue, Adonis, Zagajewski e, in controluce, di immagini provenienti da altre suggestioni. La parola poetica è rituale e luminosa, per questo tensiva e rivelatrice, capace di riconsegnare una porzione di invisibile – le tenebre azzurre sono, per Gualtieri, anche le voci allucinatorie, il sentimento e la presenza energetica dei morti, l’ulteriore che solo l’orecchio ipersensibile del poeta/veggente capta – e di renderla pronunciabile. La trascrizione di questa indagine, così fragile anche nelle atmosfere alchemiche della scena, è un atto di coraggio e di fiducia: la consegna a chiunque cerchi la guida durevole della parola scritta, di un sentiero che, nel fitto di questioni molto antiche, è già aperto e risuona di voci, un canto da portare con noi come un viatico inconsumabile verso il futuro.

Nel suo testo Mariangela Gualtieri raccoglie queste apparizioni e le fa diventare materia, misteriosa ma disponibile, delle sue visioni. Lo sguardo dell’osservatrice si traduce in una visione lucida, sofferta, dolorosa, a volte severa, ma irrimediabilmente affettuosa, nei confronti degli esseri umani, della vita di ogni creatura sulla terra, dello stesso pianeta che ci ospita e del suo futuro tragicamente prevedibile, con l’unica grande speranza di mutare il destino attraverso una presa di coscienza poetica di una bellezza violentata, di cui dobbiamo sentirci obbligati a preservare la spinta vitale. La versione presentata da Theama Teatro mantiene comunque questo spirito e questa visione, pur con un’interpretazione e una rappresentazione del testo del tutto personali.

In questa versione di “Voci di tenebra azzurra”, messa in scena da Piergiorgio Piccoli e Anna Zago, che si ispira al testo pubblicato nel 2016 da Stampa 2009 in una edizione limitata di 500 esemplari, il Teatro Olimpico si rivela un contesto scenico perfetto per questo viaggio, essendo la scena palladiana un luogo/tempio dedicato alla rappresentazioni di ogni epoca e con una concezione di spazio che volge al metafisico: l’ideale per dare un suono ai sussurri e alle voci descritte nel testo, che provengono dal mondo della natura o sgorgano dalle fratture fra il reale e il trascendente. Non ci sono soluzioni tecniche particolari, ma la semplice valorizzazione delle parole sulla base delle indicazioni di massima che l’autrice ha inserito nella Nota al testo, rispettando i criteri fondamentali di un luogo che è di per se monumento, teatro, piazza, strada e cielo al tempo stesso. Luogo di profezie, luogo di visioni e di suggestioni che vanno ben oltre il mondo reale.

liberamente ispirato a Voci di tenebra azzurra di Mariangela Gualtieri (Stampa 2009 ed., 2016)
con Anna Zago
egli allievi della scuola di Theama Teatro
disegno luci Andrea Grussu
sceneFranco Sinico
videoproiezioniZebra Mapping
interventi musicali Claudio Giuge, Martina Facco e Livio Zambotto
regiaPiergiorgio Piccoli
produzioneTheama Teatro

Le immagini proiettate sono parte di quelle utilizzate dell’esecuzione dell'opera "Orfeo" di Claudio Monteverdi, in occasione del festival "Vicenza in Lirica" 2017 - Regia virtuale di Mauro Zocchetta, gentilmente concesse dal Prof. Angelo Colla, Archivio Neri Pozza".

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