Enrico Rava 4tet - Frederic Rzewski

Enrico Rava tromba
Francesco Diodati chitarra
Gabriele Evangelista contrabbasso
Enrico Morello batteria

Frederic Rzewski piano

ENRICO RAVA 4TET
con
Enrico Rava tromba
Francesco Fiodati chitarra
Gabriele Evangelista contrabbasso
Enrico Morello batteria

Frederic Rzewski piano
plays 36 Variations on The People United Will Never Be Defeated!

Spettacoli

sabato 14 maggio, 21:00Teatro Olimpico di Vicenza

Enrico Rava (nato nel 1939 a Trieste) si ispira agli esordi a figure carismatiche come Chet Baker e Miles Davis. Si avvicina però ben presto all’avanguardia, suonando con Gato Barbieri, Don Cherry, Mal Waldron e Steve Lacy. In seguito, trasferitosi a New York per una decina d’anni, collabora con altri musicisti sperimentatori, tra cui Roswell Rudd, Marion Brown, Cecil Taylor, Carla Bley. Poi progressivamente ha trovato un suo peculiare approccio al mainstream.
La personalità di Rava è davvero unica per il modo in cui ha saputo dare frutti eccellenti sia nel campo del jazz di ricerca (specie nella prima parte della sua carriera) che nel solco della tradizione. Negli ultimi anni Rava ha spinto l’acceleratore su alcune situazioni particolarmente raccolte e intimiste (come i duetti con Stefano Bollani, Danilo Rea, Julian Oliver Mazzariello, Giovanni Guidi) come pure su una formazione magniloquente come il Parco della Musica Jazz Lab. In tutto questo elaborare nuove combinazioni musicali, il quintetto rimane l’organico fondamentale dell’attività del trombettista triestino, tanto da assumere innumerevoli varianti per dare sempre nuova linfa alla strumentazione: al Quintet ufficiale nel corso del tempo si sono affiancati l’Under 21, il New Generation, il Rava Tribe, l’US Quintet.

Dopo innumerevoli ‘colpi’ musicali andati a segno, Enrico Rava ancora una volta ha messo la palla al centro, pronto per un nuovo calcio d’inizio: quello del Rava New Quartet. Questo gruppo, che ha esordito nel 2014, è forte dell’esuberanza e la freschezza della gioventù: anagrafica per i tre partner del grande trombettista, di spirito per Rava, che all’età di settantasei anni è ancora un leader indomito che non pare certo intenzionato ad adagiarsi su cliché né sulla ripetizione di repertori e formazioni di routine. Atteggiamento quanto mai apprezzabile da parte di un musicista che nella sua carriera ha accumulato collaborazioni, riconoscimenti ed esperienze tra le più gratificanti che un artista possa desiderare. E la gloriosa etichetta discografica ECM ha colto al volo questa nuova sfida di Rava, con la pubblicazione del disco Wild Dance.
Nuove idee musicali, nuove leve per eseguirle. Così Rava chiama alla sua corte il chitarrista Francesco Diodati (classe 1983), dal suono pittorico, carico di effetti elettronici eppure ben radicato nel linguaggio della tradizione afroamericana; il contrabbassista Gabriele Evangelista (1988), che sta avanzando sulla scena nazionale con la velocità d’un centometrista; Enrico Morello (1988), che già spazia sulla scena internazionale e nel cui drumming si rispecchia una curiosità capace d’abbracciare stili musicali, nonché epoche jazzistiche, diversi.


FREDERIC RZEWSKI PIANO SOLO “PLAYS EL PUEBLO"

La canzone El pueblo unido jamás será vencido (Il popolo unito non sarà mai sconfitto) fu composta nel 1970 dal musicista cileno Sergio Ortega. Dopo il golpe militare del 1973 che portò al potere Augusto Pinochet, la canzone divenne il simbolo della lotta per il ritorno alla democrazia tanto in Cile quanto nel resto del mondo. Presto fu oggetto di numerose interpretazioni: fu quella degli Inti-Illimani a darle la definitiva consacrazione internazionale.
Il compositore e pianista statunitense Frederic Rzewski fu quasi rabdomantico nel cogliere la montante importanza non solo musicale ma anche sociale di questo tema: nel 1975 ne fece il soggetto di partenza di una serie di variazioni per pianoforte (36 più una cadenza improvvisativa facoltativa): in inglese il titolo diventa The People United Will Never Be Defeated!. Tra progressioni beethoveniane e una buona dose di decostruzionismo applicato alla matrice quasi folklorica, Rzewski ha creato uno dei più grandi monumenti della musica del Novecento, forte tra l’altro di un abbagliante idealismo. Dense di un linguaggio pianistico romantico, le variazioni di Rzewski richiedono un enorme virtuosismo, col loro ampio ricorso a tecniche esecutive anche eterodosse tipiche del Novecento. Frederic Rzewski (nato nel Massachusetts nel 1938) è una delle principali figure dell’avanguardia musicale statunitense. La sua formazione, dopo Harvard e Princeton, si è completata in Europa, tra Roma e Berlino. Negli anni Sessanta, a Roma, con Alvin Curran e Richard Teitelbaum diede vita al collettivo di improvvisazione Musica Elettronica Viva”.

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