giovedì 23 settembre, 21:00 | Teatro Olimpico di Vicenza |
venerdì 24 settembre, 21:00 | Teatro Olimpico di Vicenza |
sabato 25 settembre, 21:00 | Teatro Olimpico di Vicenza |
domenica 26 settembre, 21:00 | Teatro Olimpico di Vicenza |
La scelta di inaugurare il 74° Ciclo dei Classici all’Olimpico con l’Histoire du Soldat non ha solo a che fare con la ricorrenza dei 50 anni dalla morte di Igor Stravinskij; questa piccola opera scritta nel 1918, agli albori dell’epidemia di spagnola, non è solo una storia di guerra, ma riflette il sentimento della perdita dei riferimenti e rappresenta una ricerca di senso decostruita nel tempo e nello spazio. Il testo della favola in musica di Stravinskij diventa come pochi altri la rappresentazione della Nemesi che il titolo dei Classici all’Olimpico edizione 2021 propone: il Soldato che vende il violino e l’anima al Diavolo in cambio di una ricchezza che lo priverà di tutto. Come spiega Marinelli: «C’è la necessità del compositore russo di usare la musica, il teatro, la bellezza per metterli su un carretto viaggiante in grado di sfidare la Grande Guerra e i suoi infiniti lutti. Ci sono la malattia, l’infezione, la povertà; ci sono tenebre con ombre lunghe come le nostre».
Scrive Stravinskij: “La musica è il solo dominio nel quale l’uomo realizza il presente. Causa l’imperfezione della sua natura, l’uomo è destinato a subire il passar del tempo senza poter mai rendere reale, e pertanto stabile, il presente. La musica stabilisce un ordine nelle cose, soprattutto fra ‘l’uomo’ e il ‘tempo’. È la stessa sensazione prodotta in noi dalla contemplazione delle forme architettoniche. Come dice Goethe: “L’architettura è musica pietrificata”. Partendo da questo assunto, nella riscrittura drammaturgica di Marinelli diventa naturale mettere insieme le due forme: quella della partitura dell’Histoire con quella sublime dell’Olimpico di Vicenza. Perché lo spettacolo deve avere questo fine: fare dell’Olimpico musica pietrificata e dell’Histoire di Stravinskij pietra musicata.
Il Soldato cerca “un ordine” nel suo Nostos, nel suo ritorno a casa; e non sa se affidarsi, per un approdo felice, al suo talento, (il violino), o ad un cambiamento repentino, (la ricchezza facile che gli offre il Diavolo attraverso un libro magico): è la metafora di un mondo che, nel disastro della guerra, sta mutando, e non sa se sia giusto considerare la tragedia come una ferita che si deve a tutti i costi cicatrizzare e dimenticare, o se invece non sia giusto fare di quella stessa tragedia un’opportunità di cambiamento radicale. A dare risposta a queste domande interviene “il tempo” e soprattutto l’arte; ed è proprio sull’infanzia del mondo, dentro il luogo che rappresenta il culmine dell’arte classica, che si fonda l’idea di questo allestimento. Che sarà una favola, nella convinzione che solo la Fabula sia Nemesi: e cioè l’ordine tra uomo e tempo.
musica | Igor Stravinskij |
libretto | Charles-Ferdinand Ramuz |
nella versione di | Giancarlo Marinelli |
Ensemble da camera dell'Orchestra del Teatro Olimpico | |
direttore | Beatrice Venezi |
voce narrante | Drusilla Foer |
con la partecipazione di | Andrè De La Roche nel ruolo del Diavolo |
danzatori | Giulia Barbone e Antonio Balsamo |
movimenti coreografici di | Andrè De La Roche |
costumi | Daniele Gelsi |
multivisione | Francesco Lopergolo |
regia | Giancarlo Marinelli |
coproduzione | Savà Produzioni Creative, Teatro Ghione e Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza |
personaggi e interpreti
narratore | Drusille Foer |
Diavolo | Andrè De la Roche |
Soldato | Antonio Balsamo |
Principessa | Giulia Barbone |
Bambino | Sebastiano Maselli |
musicisti
Filippo Lama | violino |
Giovanni Ludovisi | contrabbasso |
Elena Sale | clarinetto |
Alessandro Bressan | fagotto |
Giovanni Lucero | tromba |
Antonio Mascherpa | trombone |
Daniele Daldoss | percussioni |
Durata: 80 minuti (senza intervallo)
Si avvisa che a seguito del decreto legge del 23 luglio 2021, dal 6 agosto l’accesso alle sale teatrali è consen...
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