La guerra di Kurukshetra

regia di Giorgio Barberio Corsetti
testi di Francesco Niccolini

regia di Giorgio Barberio Corsetti
testi di Francesco Niccolini

Spettacoli

venerdì 18 ottobre, 21:00Teatro Olimpico di Vicenza
sabato 19 ottobre, 21:00Teatro Olimpico di Vicenza

Ci aveva già provato Peter Brook, con grande successo, quando nel 1985 traspose sulla scena (in seguito anche al cinema) con venticinque attori il più grande poema epico mai conosciuto dall’uomo: il Mahābhārata.
Quindici volte più lunga dell’Iliade, questa epopea indiana divisa in 18 libri raccoglie storie e leggende che costituiscono buona parte del ricco patrimonio mitologico indiano.
La trama centrale si basa su sfide e lotte furiose fra due schiatte di principi (cinque per parte), i Pandava e i Kaurava, che ambiscono allo stesso trono. Una contesa che culminerà in una grande battaglia sul campo di Kurukshetra.

Oggi, a distanza di quasi trent’anni dall’opera di Brook, il drammaturgo Francesco Niccolini e il regista Giorgio Barberio Corsetti, si sono lanciati in una grande sfida riproponendo a teatro uno spettacolo ispirato al Mahabharata: “La guerra di Kurukshetra”

Lo spettacolo nasce come co-produzione fra L’Uovo-Teatro Stabile di Innovazione, il Teatro Stabile delle Marche e la Compagnia Fattore K,  tre strutture che hanno messo insieme le proprie risorse creative, i propri artisti e tecnici, gli spazi e le idee, per una grande e articolata impresa.

Dieci attori in scena interpretano una folla di personaggi: uomini, dèi, eroi, figli di dèi, demoni, che vediamo passare attraverso nascite, morti, reincarnazioni, in un tessuto narrativo ricco come il destino di tutti gli uomini. La storia di tutte le storie, al punto che tutto ciò che esiste vi è contenuto e ciò che non vi è, non esiste. Eppure, la storia è semplice: una famiglia regnante, due fratelli, un re cieco, molti figli. E un destino di guerra. Una guerra grande e tragica, che ha come sfondo la piana di Kurukshetra, dove attraverso il sacrificio di tutti i combattenti, l’umanità pone le faticose radici per il tempo a venire.
La scenografia è un piano inclinato basculante, che può montare verso il cielo, ma anche improvvisamente cedere e far rotolare giù, in una caduta scomposta. In scena anche immagini proiettate su teli mobili e trasparenti come le illusioni di Maja e immagini di guerra che assomigliano alle guerre che costantemente scoppiano nel mondo, guerre di distruzione fisica, guerre di distruzione economica. Gli attori vivono l’esperienza di questo racconto, e con loro il pubblico, attraversano insieme le storie, che alla fine conosceranno come si conosce la propria vita.
Giorgio Barberio Corsetti

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