di Jean-Baptiste Racine
un progetto di Tauras Cizas
con il supporto di Eimuntas Nekrosius
personaggi e interpreti
Fedra Diletta Acquaviva
Enone Anna Bellato
Teseo Gaetano Bruno
Ippolito Alessandro Marini
venerdì 12 ottobre, 21:00 | Teatro Olimpico di Vicenza |
sabato 13 ottobre, 21:00 | Teatro Olimpico di Vicenza |
Il mito di Fedra ha sempre riscosso molta attenzione perché, a parere di Racine, “essa possiede tutte la qualità che Aristotele esige dall'eroe tragico, e che sono adatte a suscitare la compassione e il terrore”. Il drammaturgo francese del '600 reinterpreta i classici ellenici e latini di Euripide e Seneca, ma il mito è rivisto sotto la luce di una morale e di una religione nuove: il Cristianesimo monoteista, non più il paganesimo politeista.
L'opera rappresentata è la seconda versione che Euripide dà al mito, dove il prologo diventa epilogo: Fedra, respinta da Ippolito, in una lettera scritta prima di suicidarsi dichiara di essere stata violentata dal giovane, che è poi punito dal padre con l'esilio. Importante il fatto che nei classici è direttamente Fedra l'accusatrice del giovane, mentre in Racine è la nutrice Enone a fabbricare la calunnia, la quale accusa Ippolito solo di una tentata violenza carnale. Ovviamente Racine non può e non vuole macchiare un'aristocratica, una regnante, di una siffatta bassezza. Secondo l'autore francese la protagonista non sarebbe né del tutto colpevole né del tutto innocente, come del resto la nutrice Enone non è malvagia ma semplicemente devota alla padrona. La tragedia è pervasa da un sentimento di impossibilità di operare il bene, intenzione che si tramuta anzi in male.
La "Fedra" di Tauras Cizas ripercorrere una tragedia di una donna vincolata dal proprio destino e dalla collera degli dei ad una passione illegittima di cui lei per prima ha orrore, ma è anche una riflessione sulla creatività individuale dell’attore, che è ancora l’essenza vitale del teatro.