Il ritorno a casa
Prosa

Il ritorno a casa

di Harold Pinter
regia di Peter Stein

di Harold Pinter
traduzione di Alessandra Serra
regia di Peter Stein

Spettacoli

venerdì 10 gennaio, 20:45Sala Maggiore
sabato 11 gennaio, 20:45Sala Maggiore

IL RITORNO A CASA
In questa commedia grottesca Harold Pinter, uno dei più grandi autori di teatro del Novecento, disvela le crisi dell'uomo contemporaneo nella famiglia e attraverso la famiglia, orchestrando con un linguaggio ironico fino al sarcasmo gli indimenticabili personaggi di questo viaggio nel profondo della natura umana.

Testo tra i meno frequentati di Pinter, "Il ritorno a casa" scritto nel '65, parla, attraverso personaggi sgradevoli, duri e crudeli, dello scontro uomo-donna e della totale carenza d'amore. Sarà  la donna, con ruolo di cognata e nuora degli uomini di casa, a essere, prima la vittima predestinata, poi, man mano mutare ruolo per rivelarsi, infine, la vera dominatrice che li asservirà a sé.

La vicenda vede un nucleo familiare tutto maschile rimasto orfano di donne dopo la scomparsa della madre. Tutto ha inizio quando Teddy, il primogenito dei tre fratelli, docente di filosofia, dopo anni di assenza fa ritorno alla casa paterna per una visita portando con sé la moglie Ruth sposata all'insaputa dei familiari poco prima di lasciare Londra e trasferirsi in America. Il ceppo originario in cui rientra non ha nulla a che spartire con la sua indole gentile e educata. Il padre è un ex macellaio. Un fratello, Lenny, si occupa di affari poco raccomandabili; un altro si divide tra demolizioni e palestra di boxe e lo zio è impiegato come autista.

Una comunità tutta al maschile dove l'arrivo della donna rappresenta l'elemento perturbatore. Figli e padre cominciano a corteggiarla, senza trovare resistenza e senza che il marito si lasci sconcertare più di tanto. Deliberatamente fraintesa e usata dalla famiglia, Ruth si ritroverà a soddisfare gli umori più egoisti e insensibili di questi "orchi", accettando il ruolo di consolatrice, madre e amante, fino ad abbandonare marito e figli (rimasti oltreoceano) per collettivizzarsi per la nuova "famiglia" e poi prostituirsi esigendo tanto di contratto, ma dettando le sue condizioni di donna libera, che dominerà, infine, quel branco di esseri umani ridotti a bestie.   

NOTE DI REGIA
«Sin da quando ho visto la prima londinese, quasi 50 anni fa, ho desiderato mettere in scena "Il ritorno a casa". È forse il lavoro più cupo di Pinter, che tratta dei profondi pericoli insiti nelle relazioni umane e soprattutto nel rapporto precario tra i sessi. La giungla nella quale si combatte è, naturalmente, la famiglia. I comportamenti formali, più o meno stabili si tramutano in aggressività fatale e violenza sessuale quando uno dei fratelli con la sua nuova moglie ritorna dall'America. Tutte le ossessioni sessuali maschili in questa famiglia di serpenti si proiettano sull’unica donna presente. Nelle fantasie degli uomini, e nel loro comportamento, viene trasformata in puttana e non le rimane che la possibilità della vendetta, assumendo quel ruolo e soddisfacendo la loro bramosia più del previsto. Come sempre nei finali di Pinter tutto rimane aperto. L'immagine finale mostra la donna imponente, con gli uomini frignanti e anelanti ai suoi piedi e nessuno sulla scena e nell’uditorio saprà quello che può accadere. È un lavoro esclusivamente per attori. L’iniziativa di questo allestimento è partita dai membri del cast de "I Demoni" che era abituato ad un lavoro di stretta interazione. Speriamo, quindi, con il nostro lavoro di poter essere all’altezza dell’opera».

HAROLD PINTER
Drammaturgo e scrittore inglese (Londra 1930 - 2008) tra i più complessi e originali della sua generazione, Pinter si formò come attore per poi esordire come autore teatrale. Le sue opere sono basate su situazioni psicologiche che hanno come temi la coesistenza nella medesima persona di violenza e sensibilità, la natura fallibile della memoria, il mistero dell’animo femminile; temi che ritornano con insistenza in molte delle sue opere, in cui l’intreccio è talvolta quasi assente e lo svolgimento è affidato al dialogo, con cui egli sa creare intense atmosfere. Nel 2005 gli è stato assegnato il premio Nobel per la letteratura. Autore di radiodrammi e copioni televisivi, Pinter ha lavorato molto anche come sceneggiatore cinematografico.

PETER STEIN
Peter Stein è uno dei più importanti registi teatrali e operistici in Europa. Ha raggiunto il successo con il Münchner Kammerspiele e si è affermato negli anni Settanta come direttore artistico della Schabühne am Lehninerplatz di Berlino.
Si segnala il suo memorabile allestimento di "Torquato Tasso" di Goethe, di cui offre una lettura fortemente ideologizzata. Per la Schaubühne am Halleschen di Berlino Ovest, di cui dal 1970 è direttore, realizza alcuni dei suoi spettacoli più riusciti per qualità di invenzione registica: "Die Mütter" di Brecht, da Gorkij; "Peer Gynt" di Ibsen; "Prinz Friedrich von Homburg" di Kleist; "As you like it" di Shakespeare.
Dopo la sua versione dell’ "Orestea" di Eschilo e le emozionanti edizioni di "Tre sorelle" e "Il giardino dei ciliegi" di Čechov, lascia la Schaubühne e nel 1992 viene nominato direttore della sezione teatrale del festival di Salisburgo, carica che ha mantenuto fino al 1997.
In Italia ha diretto "Tito Andronico" di Shakespeare e "Zio Vanja" di Čechov. È attivo anche nel teatro d’opera.
"I Demoni", tratto dal romanzo di Dostoevskij, va in scena in forma di workshop e nel febbraio 2010 vince il Premio Ubu come "spettacolo dell’anno".

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