Paradiso

regia di Eimuntas Nekrosius
 

regia di Eimuntas Nekrosius
traduzione in lituano moderno di Aleksys Churginas

personaggi e interpreti
Dante ROLANDAS KAZLAS
Beatrice IEVA TRISKAUSKAITÉ

e con AUDRONIS RUKAS
MARIJA PETRAVICIUTÉ
SIMONAS DOVIDAUSKAS
DARIUS PETROVSKIS
VYGANDAS VADEISA
PIJUS GANUSAUSKAS
BEATA TISKEVIC
JULIJA SATKAUSKAITÉ

scene MARIUS NEKROSIUS
costumi NADEZDA GULTIAJEVA
assistente alla regia TAURAS CIZAS

produzione Compagnia Teatrale Meno Fortas (Vilnius, Lituania)
coproduzione Comune di Vicenza, Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza
in collaborazione con Ministero della Cultura Lituano e Aldo Miguel Grompone, Roma

PRIMA MONDIALE

Spettacoli

venerdì 21 settembre, 21:00Teatro Olimpico di Vicenza
sabato 22 settembre, 21:00Teatro Olimpico di Vicenza
domenica 23 settembre, 21:00Teatro Olimpico di Vicenza
lunedì 24 settembre, 21:00Teatro Olimpico di Vicenza
martedì 25 settembre, 21:00Teatro Olimpico di Vicenza

spettacolo in lingua lituana con soprattitoli in italiano

Nel titolo che il direttore artistico ha scelto di dare alla rassegna “Hoc Opus Hic Labor Est”, si può già scorgere il dialogo che il Ciclo di Spettacoli Classici intende esprimere tra il teatro classico e quello contemporaneo: entrambi infatti si fanno espressione di un "difficile viaggio dalla dimensione terrena a quella celeste, dall’afferrabile all’inafferrabile"

Ed è proprio firmata da Eimuntas Nekrosius la prima di una serie di risposte a questi temi. Il regista lituano mette così in scena sul palco dell'Olimpico la prima mondiale del “Paradiso”, tratto dalla Divina Commedia di Dante Alighieri, considerata dal regista stesso la parte più difficile dell’opera dantesca. Il “Paradiso” infatti, pur essendo la parte più facilmente accessibile, è anche la più sconosciuta. Come ricevere un dono di cui non si ha bisogno, come un’aspirazione a qualcos’altro. Il teatro diventa luogo di rappresentazione della parte più complessa dell’esistenza e non-esistenza. È un riflesso trascendentale della perfezione, ma la via che conduce ad essa non è diritta, bensì molto ardua. All’uomo viene quindi affidato il compito di superare la gravità e raggiungere più elevati modi di esistere, al fine di giungere all’Intuizione, e quando questo accade la mente rimane come percossa da una folgorazione.

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